Varicocele

Varicocele

Varicocele

Per varicocele si intende una dilatazione delle vene del plesso pampiniforme con reflusso venoso patologico. L’eziologia è da ricercare, nella maggior parte dei casi, in una anomalia strutturale delle vene stesse. Solo in rari casi il varicocele è secondario a patologie occupanti spazio a sede retro peritoneale. La presenza di varicocele è associata, in alcuni casi, ad una disfunzione del testicolo con conseguente alterata spermatogenesi. La terapia del varicocele è chirurgica ed è indicata solo in casi selezionati.

Idrocele

Idrocele

Idrocele

L’idrocele costituisce una patologia benigna dell’apparato genitale maschile caratterizzata dall’anomalo accumulo di liquido sieroso all’interno della cavità scrotale, tra i due foglietti della tunica vaginale che riveste il testicolo. L’eziologia può essere congenita (persistenza del dotto peritoneo-vaginale) , infiammatoria, o post-chirurgica. La terapia è conservativa in cado di idrocele reattivo a processi infiammatori. La terapia chirurgica prevede la resezione o l’eversione della tunica vaginale del testicolo. L’intervento è comunemente condotto in regime di day surgery.

Fimosi

La fimosi costituisce un restringimento patologico della cute prepuziale. Essa comporta la impossibilità parziale o completa all’esposizione del glande con successivo accumulo di detriti cellulari (smegma) nella cavità prepuziale ed aumentato rischio di infezioni genito-urinarie. L’eziologia può essere congenita o acquisita (infezioni genitali, malattie infiammatorie della pelle). La terapia è chirurgica, comunemente eseguita in regime di day surgery e prevede l’esecuzione di una plastica del prepuzio o la completa asportazione del prepuzio stesso nei casi più severi (circoncisione).

Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è definita come l’incapacità a raggiungere o mantenere una erezione in grado di garantire un rapporto sessuale soddisfacente. L’eziologia può essere organica, psicogena o mista. Le cause organiche più frequenti sono rappresentate dal diabete, dalle malattie cardiovascolari, ormonali o neurologiche. Esiste inoltre una disfunzione erettile su base iatrogena secondaria in genere ad interventi chirurgici pelvici demolitivi (prostatectomia radicale, cistectomia radicale, interventi sul retto). La terapia prevede la somministrazione di farmaci orali. In caso di fallimento della terapia orale è indicata l’iniezione intracavernosa di sostanze vasoattive. In caso di fallimento anche della terapia intracavernosa è indicato l’impianto di protesi peniene.

Incurvamento penieno o malattia di la peyronie

La malattia di la peyronie o induratio pensis plastica costituisce una patologia acquisita del pene la cui eziologia rimane ancora ignota. Tale patologia comporta la comparsa di calcificazioni patologiche nel contesto della tunica albuginea (placche) che sono responsabili di incurvamenti patologici del pene, dolore in fase di erezione e, nei casi gravi, impossibilità ad espletare il rapporto sessuale. La storia naturale è variabile prevedendo, nella maggior parte dei casi una progressione della malattia in termini di numero e dimensione delle placche. La terapia è conservativa nei casi iniziali e chirurgica in caso di incurvamenti severi. La terapia conservativa prevede la terapia extracorporea con onde d’urto o la somministrazione locale di farmaci in grado di contrastare il processo fibrotico. La correzione chirurgica prevede il confezionamento di plicature dell’albuginea, incisioni della stessa o escissione delle placche calcifiche.

Calcolosi vescicale

calcolosi_vescicaleLa calcolosi vescicale costituisce una patologia benigna dell’apparato urinario. La genesi dei calcoli vescicali può essere attribuita ad un ristagno cronico di urina in caso di uropatia ostruttiva, alla migrazione vescicale di calcoli provenienti dall’alta via escretrice oppure alla calcificazione di corpi estranei presenti in vescica. La sintomatologia della calcolosi vescicale include: ematuria, sintomi ittitativi del basso tratto urinario come urgenza minzionale, aumentata frequenza minzionale diurna e notturna, ostruzione. Calcoli di piccole dimensioni possono essere espulsi spontaneamente mentre calcoli di dimensioni maggiori richiedono una terapia chirurgica mediante litotrissia endovescicale ed asportazione dei frammenti residui.

Carcinoma vescicale

carcinoma_vescicaleIl carcinoma vescicale costituisce il tumore più frequente dell’apparato urinario. Il fumo di sigaretta e l’esposizione ad agenti chimici costituiscono i principali fattori di rischio. L’ematuria costituisce il sintomo più frequente. In rari casi il carcinoma vescicale si manifesta con sintomatologia irritativi del basso tratto urinario. La diagnosi prevede l’esecuzione di indagini radiologiche e/o l’esecuzione di una cistoscopia. La resezione endoscopica della neoplasia consente di ottenere una diagnosi istologica ed una stadiazione locale. Nella maggior parte dei casi la resezione endoscopica della neoplasia consente di ottenere una completa eradicazione della malattia. La successiva somministrazione endovescicale di farmaci ad azione chemioterapia o immunoterapia permettono di ridurre il rischio di recidiva e/o di progressione della malattia. In presenza di neoplasie che infiltrano la parete muscolare o che presentano un elevato grado di aggressività è necessaria l’asportazione chirurgica della vescica con ricostruzione ortotopica mediante l’utilizzo di un’ansa intestinale.

Neoplasie dell’ uretere

Il carcinoma dell’uretere origina dalle cellule uroteliali che rivestono la via escretrice intrarenale. I fattori di rischio sono rappresentati principalmente dall’esposizione al fumo di sigaretta ed agli inquinanti ambientali. Si associa frequentemente al carcinoma vescicale con cui condivide gli stessi fattori di rischio. Le principali manifestazioni cliniche sono rappresentate da ematuria, idronefrosi. Nelle fasi iniziali può decorrere in maniera asintomatica. La terapia è chirurgica e prevede nella maggior parte dei casi l’asportazione chirurgica del rene e dell’uretere (nefroureterectomia radicale). Tale intervento può essere condotto mediante accesso laparoscopico o laparotomico. In casi selezionati può essere effettuata l’asportazione endoscopica della sola neoplasia.

Cisti renale

La cisti renale costituisce una patologia benigna del rene di frequente riscontro. Spesso asintomatica, richiede nella maggior parte dei casi un monitoraggio periodico. Qualora di grandi dimensioni può essere sintomatica (con senso di peso lombare) e determinare effetti compressivi sul parenchima renale, sulla via escretrice o sugli organi viciniori. In tali casi è indicata la terapia chirurgica mediante decorticazione della cisti. L’intervento viene comunemente condotto mediante accesso laparoscopico.

Giuntopatia

giuntopatiaLa giuntopatia rappresenta un’ anomalia spesso congenita della via escretrice caratterizzata da un ostruzione del transito del bolo urinoso dalla pelvi renale all’uretere. Può essere primitiva o secondaria alla presenza di un vaso anomalo. La patologia può decorrere in maniera asintomatica ed essere diagnosticata in maniera incidentale o accompagnarsi a sintomi (senso di peso, colica renale, calcolosi, infezione delle vie urinarie). Tale patologia può comportare un danno progressivo e permanente della funzionalità renale. La correzione è chirurgica e prevede una incisione endoscopica del giunto pielo-ureterale o una plastica della regione pielo-ureterale. L’accesso chirurgico in caso di plastica del giunto è comunemente laparoscopico.

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  • Diagnosi, terapia e ricerca

    Il dott. Imperatore riceve presso gli studi medici della CEDI dei Mille (via Filangieri 36).

    Vittorio Imperatore – MioDottore.it
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