Articoli Recenti

Stenosi dell’uretra

Stenosi dell’uretra

Stenosi dell’uretra

La stenosi uretrale rappresenta una patologia caratterizzata dal restringimento del lume uretrale. Qualsiasi processo infiammatorio e/o traumatico a carico dell’uretra può esitare in una stenosi uretrale. Tale restringimento può interessare vari segmenti del lume uretrale e presentare una estensione variabile in termini di lunghezza e di profondità. La sintomatologia è caratterizzata dall’insorgenza di sintomi del basso tratto urinario (LUTS: Lower Urinary Tract Symptoms), disuria, ematuria. La terapia è chirurgica e può prevedere la dilatazione della zona stenotica, l’incisione endoscopica o la correzione chirurgica a cielo aperto.

Carcinoma della prostata

Carcinoma della prostata

Carcinoma della prostata

Il carcinoma prostatico rappresenta il tumore maligno più frequente nei soggetti anziani di sesso maschile in Europa. I principali fattori di rischio sono rappresentati da: età, origine etnica, ereditarietà. In caso di familiarità di primo grado il rischio di sviluppare un carcinoma prostatico è doppio rispetto alla popolazione generale. Una piccola percentuale di pazienti ( 9%) è affetta da carcinoma prostatico ereditario. La patologia decorre inizialmente in maniera asintomatica. I sintomi sono presenti solo negli stadi avanzati, ed in questi casi le possibilità di attuare un intervento ad intento curativo sono spesso poche. La diagnosi precoce è pertanto fondamentale e si avvale di un attento esame obiettivo urologico ( esplorazione rettale), di un prelievo ematico per il dosaggio dell’Antigene Prostatico Specifico ( PSA), e di eventuali indagini radiologiche. In caso di sospetto clinico l’urologo prescriverà una biopsia prostatica. Le possibilità terapeutiche, in caso di conferma istologica di carcinoma prostatico, sono attualmente multiple e dipendono dalle caratteristiche della neoplasia e soprattutto del paziente. L’aspettativa di vita del paziente è un fattore cruciale da tenere in considerazione prima di stabilire una strategia terapeutica. La prostatectomia radicale e la radioterapia esterna rappresentano le due modalità di trattamento ad intento curativo. In casi selezionati è possibile attuare un protocollo di sorveglianza attiva finalizzato a trattare la patologia solo e se emergono criteri tali da configurare un quadro di malattia clinicamente significativa. La prostatectomia radicale costituisce il gold standard terapeutico nei pazienti con malattia localizzata. L’intervento prevede l’asportazione della prostata e delle vescichette seminali. L’asportazione dei linfonodi loco-regionali può essere necessaria in casi selezionati. L’intervento può essere condotto per via retro pubica a cielo aperto, per via laparoscopica, mediante ausilio del robot Da Vinci o per via perineale. In casi selezionati può essere effettuato un intervento ad intento “nerve sparing” finalizzato alla preservazione della funzione erettile. La radioterapia conformazionale costituisce una alternativa alla prostatectomia radicale in casi selezionati. La terapia medica prevede l’impiego di farmaci finalizzati alla deprivazione androgenica e trova indicazione in associazione alla radioterapia esterna con finalità curative o in casi selezionati laddove sia evidente una ripresa di malattia dopo un intervento ad intento curativo o non sia praticabile una terapia ad intento curativo.

Guarda il videoProstatectomia radicale laparoscopica

Ipertrofia prostatica

L’ipertrofia prostatica costituisce una patologia urologica benigna di frequente riscontro nella popolazione maschile. La sua incidenza aumenta con l’aumentare dell’età. L’eziologia resta attualmente ancora poco definita. L’incremento volumetrico della ghiandola prostatica è responsabile di ostruzione al deflusso d’urina e comporta l’insorgenza di sintomi del basso tratto urinario (LUTS: Lower Urinary Tract Symptoms )comunemente classificati come sintomi della fasi di riempimento ( aumentata frequenza minzionale diurna e notturna, urgenza minzionale), sintomi della fase di svuotamento ( riduzione della forza del mitto, flusso intermittente, esitazione pre-minzionale) e sintomi post-minzionali ( gocciolamento, sensazione di mancato svuotamento vescicale). La diagnosi si avvale principalmente di questionari validati e di indagini strumentali ( ecografia, uroflussometra). La terapia prevede: sorveglianza attiva nei casi paucisintomatici, terapia medica ( mediante farmaci alfa bloccanti, inibitori dell’enzima 5-alfa reduttasi, fitoterapici, farmaci antimuscarinici, inibitori dell’enzima fosfodiesterasi di tipo 5) o disostruzione chirurgica ( endoscopica o a cielo aperto).

Per qualsiasi informazione compila il form qui sotto:

Il tuo nome (richiesto)

La tua email (richiesto)

Oggetto

Il tuo messaggio

Ureterocele

Ureterocele

Ureterocele

L’ureterocele costituisce un’anomalia congenita a carico dell’apparato urinario, caratterizzata da una dilatazione cistica dell’uretereterminale, in corrispondenza dello sbocco in vescica. L’ureterocele è la conseguenza di una anomala embriogenesi della porzione intravescicale dell’uretere e può essere associato ad anomalie del rene e del restante apparato urinario.
I sintomi  e segni clinici sono aspecifici infezione delle vie urinarie, ematuria, uropatia ostruttiva, incontinenza urinaria.
La diagnosi è radiologica (ecografia o studio contarstografico dell’alta via escretrice) o cistoscopia. La terapia va dalla semplice osservazione all’incisione endoscopica dell’ureterocele.

Neoplasie del rene

Il carcinoma a cellule renali costituisce la neoplasia renale maligna di più frequente riscontro. L’eziologia è attualmente sconosciuta sebbene negli ultimi anni siano stati identificati numerosi dettagli di biologia molecolare alla base della cancerogenesi renale con importanti risvolti terapeutici. Le manifestazioni cliniche sono evidenti purtroppo solo in fase avanzata e sono rappresentate da: ematuria, massa palpabile, dolore lombare, sindromi paraneoplastiche. La diagnosi di tumore renale è effettuata attualmente, nella maggior parte dei casi, in maniera incidentale (grazie ad indagini ecografiche o TAC effettuate per altri motivi). La terapia curativa è chirurgica e prevede l’asportazione della sola neoplasia (nefrectomia parziale, in casi selezionati caratterizzati da adeguate dimensioni e livello di complessità del tumore stesso) o di tutto il rene ( nefrectomia radicale). Tali interventi possono essere eseguiti mediante accesso trans peritoneale o retroperitoneale sia a cielo aperto che laparoscopico o robotico. Negli ultimi anni, l’impiego di farmaci orientati verso bersagli molecolari, ha consentito di poter offrite, rispetto al passato, una chance terapeutica efficace anche ai pazienti affetti da carcinoma renale in fase metastatica.

Guarda il videoNefrectomia

Varicocele

Varicocele

Varicocele

Per varicocele si intende una dilatazione delle vene del plesso pampiniforme con reflusso venoso patologico. L’eziologia è da ricercare, nella maggior parte dei casi, in una anomalia strutturale delle vene stesse. Solo in rari casi il varicocele è secondario a patologie occupanti spazio a sede retro peritoneale. La presenza di varicocele è associata, in alcuni casi, ad una disfunzione del testicolo con conseguente alterata spermatogenesi. La terapia del varicocele è chirurgica ed è indicata solo in casi selezionati.

Idrocele

Idrocele

Idrocele

L’idrocele costituisce una patologia benigna dell’apparato genitale maschile caratterizzata dall’anomalo accumulo di liquido sieroso all’interno della cavità scrotale, tra i due foglietti della tunica vaginale che riveste il testicolo. L’eziologia può essere congenita (persistenza del dotto peritoneo-vaginale) , infiammatoria, o post-chirurgica. La terapia è conservativa in cado di idrocele reattivo a processi infiammatori. La terapia chirurgica prevede la resezione o l’eversione della tunica vaginale del testicolo. L’intervento è comunemente condotto in regime di day surgery.

Fimosi

La fimosi costituisce un restringimento patologico della cute prepuziale. Essa comporta la impossibilità parziale o completa all’esposizione del glande con successivo accumulo di detriti cellulari (smegma) nella cavità prepuziale ed aumentato rischio di infezioni genito-urinarie. L’eziologia può essere congenita o acquisita (infezioni genitali, malattie infiammatorie della pelle). La terapia è chirurgica, comunemente eseguita in regime di day surgery e prevede l’esecuzione di una plastica del prepuzio o la completa asportazione del prepuzio stesso nei casi più severi (circoncisione).

Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è definita come l’incapacità a raggiungere o mantenere una erezione in grado di garantire un rapporto sessuale soddisfacente. L’eziologia può essere organica, psicogena o mista. Le cause organiche più frequenti sono rappresentate dal diabete, dalle malattie cardiovascolari, ormonali o neurologiche. Esiste inoltre una disfunzione erettile su base iatrogena secondaria in genere ad interventi chirurgici pelvici demolitivi (prostatectomia radicale, cistectomia radicale, interventi sul retto). La terapia prevede la somministrazione di farmaci orali. In caso di fallimento della terapia orale è indicata l’iniezione intracavernosa di sostanze vasoattive. In caso di fallimento anche della terapia intracavernosa è indicato l’impianto di protesi peniene.

Incurvamento penieno o malattia di la peyronie

La malattia di la peyronie o induratio pensis plastica costituisce una patologia acquisita del pene la cui eziologia rimane ancora ignota. Tale patologia comporta la comparsa di calcificazioni patologiche nel contesto della tunica albuginea (placche) che sono responsabili di incurvamenti patologici del pene, dolore in fase di erezione e, nei casi gravi, impossibilità ad espletare il rapporto sessuale. La storia naturale è variabile prevedendo, nella maggior parte dei casi una progressione della malattia in termini di numero e dimensione delle placche. La terapia è conservativa nei casi iniziali e chirurgica in caso di incurvamenti severi. La terapia conservativa prevede la terapia extracorporea con onde d’urto o la somministrazione locale di farmaci in grado di contrastare il processo fibrotico. La correzione chirurgica prevede il confezionamento di plicature dell’albuginea, incisioni della stessa o escissione delle placche calcifiche.